Gli scandalosi canoni di affitto degli arenili

Investire nella balneazione rende. Avete mai provato a calcolare quanti soldi si ricavano tra affitti delle cabine, ombrelloni, sdraio e quant'altro?

Le cabine sono mediamente affittate ad un prezzo che varia dai 1.500 ai 3.000 euro a stagione. Solo con 100 cabine si ricavano tra 150.000 e 300.000 euro = da 300 a 600 milioni di vecchie lire! Aggiungete i ricavi da biglietti di ingresso, noleggio lettini, sdraio, ombrelloni, utilizzo di ristoranti, piscine, acquisto di caffè, gelati, bibite.

Attualmente uno stabilimento medio piccolo come tanti, con una concessione demaniale di 5.000 mq di spiaggia, strutture fisse per 200 mq, di cui 100 di difficile rimozione, paga al demanio per la concessione dell'arenile secondo quanto previsto dalla legge circa 7.000 euro l'anno ovvero circa 600 euro al mese.

Se invece i 100 mq di strutture fisse di difficile rimozione fossero pertinenze demaniali ( di proprietà dello stato in maniera automatica allo scadere della concessione) adibite ad attività commerciale il concessionario dovrebbe per questi pagare un canone a prezzo di mercato, mediamente 10 volte superiore al canone tabellare, ma intervengono in soccorso gli sconti voluti dal governo nel 2007 ovvero: 50% in meno in presenza di mareggiate che hanno prodotto danni o erosione ( che non mancano mai..), 50% in meno per società sportive dilettantistiche affiliate alle federazioni nazionali( vela, surf...).

In definitiva il nostro stabilimento nella peggiore delle ipotesi potrebbe pagare un canone complessivo di circa 9.000 euro ovvero circa 760 euro al mese

Niente di male, ovviamente, guadagnare (nel rispetto delle leggi) è legittimo.

Ma i canoni che i gestori devono pagare al Demanio sono irrisori, nella gran parte dei casi il costo del canone è inferiore o equivale a quello dell'affitto di un appartamento medio in periferia, mentre La legge n. 1501/1961, imporrebbe, che "l'Amministrazione è tenuta a graduare gli aumenti dei canoni minimi sulla base dell'utilità economica che i concessionari traggono dalla concessione"(art. 2, comma 2).

Complessivamente nel nostro Paese, nel 2005 gli stabilimenti in concessione (per zone demaniali marittime e lacustri) a fronte di un pagamento del canone annuo pari a 40.128.521 euro, vantano un fatturato annuo di ben 1.967.539.602 euro (Dati aggiornati al 2005. Fonte: elaborazione Patrimonio dello Stato S.p.A. su dati S.I.B. e FIPE srl).

Le cose non cambiano anche considerando l'insieme dei canoni demaniali marittimi ( turistico ricreativi, portuali e indennizzi) come si evince dalla relazione della Corte dei Conti del 2009 "La riscossione dei canoni nelle concessioni del demanio marittimo":

Entrate del Capitolo 2612/04: Proventi dei beni del demanio marittimo

Tipologia 2003 2004 2005 2006 2007
Previsioni 61.974.828 70.000.000 350.000.000 210.000.000 215.000.000
Riscossioni 56.561.513 59.493.524 52.168.625 65.447.707 85.455.875

 

Emerge impietoso il commento della stessa Corte dei Conti dove afferma che : le previsioni definitive di entrata di competenza sono state caratterizzate da rilevanti incrementi nel triennio 2005-2007, ma che non sono stati seguiti affatto, però, da corrispondenti andamenti negli accertamenti e nelle riscossioni.

Tradotto in parole povere: lo stato non è in grado di gestire in maniera efficiente , riscuotere o eseguire accertamenti per far valere le proprie leggi quando si tratta di canoni demaniali marittimi.